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James Franco mattatore nella Conferenza Stampa di Child of God

31/08/2013 | Interviste | |
James Franco mattatore nella Conferenza Stampa di Child of God

Presentato in concorso nella categoria Venezia70 Child of God è il nuovo film che vede alla regia James Franco. In sospeso fra due carriere, davanti e dietro la telecamera, James Franco torna a convincere. Il film ha come protagonista assoluto uno straordinario Sean Haze che interpreta un personaggio con l’animo a metà fra il serial killer e Charlie Chaplin.

Come ti sei preparato per interpretare questo personaggio così controverso?
Sean Haze: Ho cercato di guardare e amplificare l’aspetto della compassione. In questo mi ha aiutato la mia ragazza durante la lettura dello script.
James Franco: In realtà si è isolato senza che glielo chiedessi per tre mesi! È stato molto professionale nel cercare di entrare nel personaggio.

Questa non è la tua opera prima, come mai questa scelta di indirizzare la tua carriera anche sul fronte registico?
JF: Adoro dirigere, come attore collabori e ti interfacci quasi esclusivamente solo con il regista, ma come regista hai responsabilità maggiori, il tuo range si allarga e ti devi rapportare a tutti gli altri aspetti di un film, dalla produzione alla post produzione.

Come hai affrontato il tema dell’isolamento del protagonista?
JF: L’isolamento è un tema che non cerco volontariamente in un film ma con cui mi relaziono spesso. Lui vorrebbe essere parte della società ma non ne è in grado, questa secondo me è una delle caratteristiche più affascinanti di questo personaggio.

Il film ha una distribuzione per l’Italia?
JF: ci stiamo lavorando ma non ancora

Il film potrebbe risultare violento
JF: non è un film molto violento in realtà. Non è un thriller né un horror, è uno studio del personaggio. Il film dipende dalla violenza e si costruisce su questo sentimento per lo studio del suo protagonista.

Molti film ultimamente sono tratti da libri, quasi a cercare una conferma. Lei che cosa ne pensa?
JF: Non sono d’accordo, tutto viene da qualcosa, che sia un libro o sia la vita, per me l’idea che una sceneggiatura sia l’adattamento di un libro non ha importanza. Mi piace usare la letteratura dei miei autori preferiti, e una delle cose che mi piace perchè accresce il livello del mio lavoro e sento una responsabilità maggiore nel mio lavoro. 

Quanto “Child of God” si adatta al libro da cui trae ispirazione?
JF: Abbiamo girato di più di quanto abbiamo inserito e inoltre il film non finisce dove finisce il libro, ma il senso è rimasto fedele al libro, anche se non coincidono le fini.

Eva Carducci

 


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